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Gastroprogetti

Le comunità della silvofishery

Ieri sono stata con Muli – esperto di silvofishery – a visitare Ihaleni e Kidundo – Mtongani, le comunità che nel progetto hanno avviato attività di allevamento di gamberi e pesci su piccola scala: ebbene, loro sono ancora più entusiaste dei pescatori! Lavorano a ritmi forsennati, investono risorse proprie, energie fisiche e mentali, inventano strategie per sostentarsi in attesa della partenza dell’attività di allevamento, hanno molte idee, progettano un futuro migliore.

Tutto questo impegno è sicuramente dovuto all’ottimo lavoro del partner di progetto Kwetu Training Centre che ha svolto le prime formazioni e fornisce l’assistenza tecnica per la realizzazione delle vasche. E crescono i primi vivai di mangrovia!

Ma ecco il lato negativo e conflittuale, che c’è sempre: a un passo da una delle due comunità un inglese, forse ancora memore del potere e della sconsideratezza dei coloni, ha ottenuto il permesso per disboscare chilometri di mangrovie per costruire il tanto comune quanto banale villaggio turistico. Nonostante ciò, è commovente vedere un’anziana signora giriama (l’etnia locale) che ti spiega che, pur essendo anziana e debole per lavorare, si è offerta volontaria e nessuno può allontanarla dalle vasche in costruzione “perché” dice “sto costruendo una vita migliore per i miei nipoti”. Wow!

Altrettanto bello è l’orgoglio con cui ti invitano ad immergerti con loro nel canale di collegamento tra le vasche e il mare, 300 metri di fango radici e ostriche affilate, orgoglio pari solo alla grande fatica che hanno fatto per scavarlo.
Allora bando ad incertezze, li segui, ti immergi, sprofondi e ammiri le mangrovie dall’interno, dalle loro inestricabili radici.

E’ l’anno globale della riforestazione e allora tutti al lavoro, per le loro tanto preziose mikoko
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